Nome del servizio

Anzitutto, bisogna verificare che il servizio non sia tra i modelli dei servizi più comuni: se lo è, raccomandiamo di seguire le indicazioni e utilizzare il nome del servizio indicato nel relativo modello. In caso contrario, ecco alcune regole da seguire per identificare un nome corretto.

Il nome del servizio:

  • deve riportare, in sintesi, il cuore del servizio – Carta d'identità, Tessera elettorale, TARI – in tre o quattro parole;

  • deve essere scritto in lettere minuscole e non maiuscole, a meno che non si tratti di sigle o acronimi – per esempio, non "MENSA SCOLASTICA" ma "Mensa scolastica".

  • non deve contenere gli strumenti o i passaggi che vanno fatti per compierlo, ovvero parole quali "Pagamento/i", "Scadenza/e", "Comunicazione/i", "Avviso/i", "Informazione/i", "Controllo/i", "Invito/i", "Iscrizione/i", "Concessione/i" e "Richiesta/e". Queste parole possono fare parte di qualsiasi servizio, e non vanno quindi mai incluse all'interno del titolo.

L'evoluzione dei servizi

Questa regola è importante anche in ottica di evoluzione del servizio: in futuro, il servizio potrà fare molto di più che, per esempio, veicolare un pagamento. Pensare al titolo come descritto qui sopra, permette quindi di renderlo attuale anche in caso di future modifiche ed evoluzioni.

  • non deve contenere sigle o acronimi poco noti;

  • non deve contenere il nome dell'ente che lo eroga;

  • non deve contenere la parola "Notifica". IO non invia "notifiche", ma "messaggi". Questi, a seconda delle preferenze dell'utente, possono generare notifiche push;

  • non deve contenere la parola "online" o "digitale".

Ecco alcuni esempi di nomi di servizio corretti e sbagliati.